Trattamento di ulcere cutanee
Le lesioni cutanee croniche (ulcere e decubiti) risultano essere patologie molto diffuse con notevoli risvolti di ordine economico e sociale. Il loro trattamento è un problema che interessa differenti discipline medico-chirurgiche poiché varia è l’eziologia, come varie sono le condizioni patologiche alle quali sono associate. Da ciò deriva l’impegno comune nella ricerca per migliorare la qualità delle cure prestate ai pazienti, per ridurre i tempi di guarigione la qualità delle cure prestate ai pazienti, per ridurre i tempi di guarigione delle ferite e per diminuire i costi di trattamento che gravano sul bilancio del S.S.N. È concetto ormai consolidato che una terapia ben condotta influenza e guida la guarigione di una ferita, fino alla fase finale del rimodellamento della cicatrice. Per questa ragione nasce l’esigenza di creare un protocollo di trattamento standard che impone procedure sequenziali da seguire e da adattare nelle varie situazioni cliniche. La detersione rappresenta il primo e fondamentale atto terapeutico nel trattamento topico delle ferite; la detersione enzimatica permette in specifico l’asportazione selettiva di tessuti necrotici risparmiando i tessuti sani. Si ottiene così la riduzione della flora microbica caratteristica delle lesioni croniche e contemporaneamente il ripristino dei meccanismi riparativi fisiologici dei tessuti. Tali atti terapeutici fondamentali costituiscono la base per l’impiego di medicazioni bioattive che rappresentano, nell’ambito della ingegneria tessutale, la nuova frontiera della ricerca per l’”advanced wound care”.
Nel corso degli ultimi cinque anni sono stati trattati 450 pazienti con ulcere cutanee o decubiti mediante utilizzo di biomateriali derivati dalle tecniche dell’ingegneria tessutale. Dopo accurata detersione e antisepsi, le lesioni sono state trattate con l’applicazione di lamine di cheratinociti espansi in vitro su membrane di acido ialuronico.
Attraverso l’impiego di tali procedure si è ottenuta una completa cicatrizzazione e riepitelizzazione anche in lesioni resistenti ai trattamenti tradizionali.